La Liturgia come fonte di vita nello Spirito. La liturgia arricchita da cori in lingua originale greca cantati sia da donne che uomini. Le principali differenze che si notano tra i riti Romano e Bizantino riguardano:
Il coro per Villa Badessa è stato sempre qualcosa di speciale per chi ne parte e per l’intera comunità. E’ qualcosa di indelebile nel sentimento religioso e nel ricordo dei fedeli fin dai primi ingressi in chiesa, è uno dei segni più distintivi della propria identità religiosa, una diversità quasi da ostentare perché i canti della liturgia greco-bizantina sembrano trascinare il fedele inconsciamente nel coinvolgimento spirituale ed emotivo. “ In principio c’era il cantore nella tradizione liturgica bizantina – ricorda Mircea Coros, vice parroco della comunità di Villa Badessa dal 2006- poi è arrivato il coro. Nella nostra piccola chiesa il sacerdote apprezza e valorizza il ruolo del coro come prezioso ausilio nella celebrazione, anche se accoglie positivamente il canto di tutti, perché il canto fa parte della chiesa, è un momento solenne di preghiera. Nella nostra liturgia tutto è cantato. Il canto liturgico greco-bizantino usa otto toni, ma non sono gli stessi del gregoriano. Il coro va avanti egregiamente, provando e preparando canti senza una direzione musicale professionale ma la guida di un esperto di musica sarebbe molto di aiuto.”
Un commento esaustivo, una sintesi relazionale che tratta gli aspetti rituali e storici del coro nella liturgia bizantina e quindi di Villa Badessa sono stati richiesti al prof. Luigi Fioriti, diacono della Parrocchia “Santa Maria Assunta” di Villa Badessa: “ Nella tradizione ortodossa o comunque bizantina, un ruolo fondamentale è svolto dal coro, O Corovò. Essendo l’impianto celebrativo orientale tipicamente di carattere epifanico non è difficile intuire il servizio che il canto offre alla celebrazione[…]L’assemblea celebrante è in atteggiamento dossologico (rendimento di lode) e la musica esprime in maniera più totale questa realtà.Il canto obbliga il singolo ad uscire da se stesso, unirsi in armonia all’altro per fare in questo modo pienezza di fede e di chiesa. Al singolo è lasciato lo spazio alla preghiera personale e alla contemplazione ma la domanda a Dio, la remissione dei peccati, il ringraziamento, la professione di fede e l’eucaristia sono affidati alla mediazione di tutti[…]. Il popolo viene continuamente sollecitato dal diacono ad intervenire nella preghiera ed il “Kuvrie elevhson” (Signore pietà) è l’abituale risposta dell’assemblea. Qualcuno ha detto che con il Kyrie eleison si fa mezza liturgia greca. Della tradizione musicale badessana si conosce, perché musicalmente ancora eseguito, in un solo canto: l’inno pasquale del Christos anesti [1] :” CristoVò anevsth ek nekrw=n qanavtw qavnaton pathvsaò kaiV toi=ò evn toi=ò mnhvmasi zwhVn carisavmenoò “. Questo testo è cantato con melodia particolare tipicamente badessana. La comunità lo ha mantenuto perché legato ad una precisa celebrazione: l’Ortrhos della risurrezione. Ricorre qui la caratteristica propria di ogni tradizione liturgica importante: quella di unire, a certi periodi particolari, gesti e canti tipici. Il fatto poi di ripeterlo per il pentecostarion (Periodo che da Pasqua va a Pentecoste) non ha fatto altro che mantenerlo ancora più in mente ed in questo modo si è trasmesso fino ad oggi.
Sicuramente la tradizione liturgico- musicale badessana doveva avere canti importati dall’Epiro al tempo della primitiva emigrazione del 1743 ma di questi forse potrebbe restare, come reliquia insigne, solo il Christos Anesti di cui sopra. La tradizione attuale risulta estremamente composita: esistono nell’archivio parrocchiale tentativi di adattamento, alla lingua italiana, di ufficiature in lingua greca, già sul finire del 1800, nel periodo in cui, in questa comunità italo- albanese, si formò una piccola ma qualificata comunità ortodossa promossa da intellettuali e ricchi proprietari badessani che, di fatto, spezzarono in due la popolazione. Questi testi dovevano per forza di cose essere musicati per avere un uso liturgico. Oggi non conosciamo queste musiche. Alcune melodie sono state prese dall’ Oktoicos del Sakellaridhs edito ad Atene nel 1889 ma questi canti erano eseguiti dal coro maschile che è stato stabilmente presente nella chiesa di Villa Badessa fino alla metà del secolo scorso. Il fatto che parroci di diversa estrazione greca abbiano guidato la comunità negli ultimi secoli ci fa senz’altro affermare che i canti hanno avuto un andamento estremamente composito.
Alcuni anziani ricordano ancora alcuni canti di Papàs Oreste Polylàs e quelli successivi di P. Marcello, parroci nella prima metà del 1900, l’avvento di Papàs Lino Bellizzi, come loro successore, portò sicuramente un cambiamento di tradizione: si passò da quella locale, con apporti di matrice greca, a quella propria italo-albanese, che imparata al Pontificio Collegio greco, era passata poi alla Calabria formando alcune generazioni di clero dell’Eparchia di Lungro anche a scapito di musiche tradizionali che si erano mantenute nelle comunità calabresi. Papàs Bellizzi, organizzando il coro badessano, portò da Lungro le melodie ed il modo di cantare che insegnò con zelo alla gioventù del tempo. Esistono ancora nell’archivio parrocchiale partiture e sussidi per eseguire le musiche e divulgare i canti. La sua presenza per alcuni decenni ha consolidato questa tradizione che permane in buona parte anche oggi.
I cambiamenti della tradizione liturgica del Concilio Vaticano II avevano cambiato le regole liturgiche anche in Abruzzo: le comunità latine vicine erano passate dal latino all’italiano. Si cominciava anche a Villa Badessa a celebrare in lingua italiana ma senza l’apporto del canto. Le celebrazioni più importanti venivano però ancora eseguite in lingua greca perché la tradizione orientale è più conservatrice ed attaccate alle avite usanze. Fu al tempo della mia cura pastorale della comunità che si affacciò l’esigenza di rimediare a questo problema. A Villa Badessa non si conosceva il greco, non si parlava più l’albanese era perciò doveroso, secondo i canoni della tradizione bizantina, passare alla lingua italiana. Per questo si dovettero musicare i nuovi testi ma non inventando nuove melodie bensì adattando quanto la tradizione musicale aveva trasmesso negli originali testi greci. Si mantenne in lingua il canto del Kirie eleison perché facilmente comprensibile e si passò alla traduzione di tutto il resto. Si impararono i canti degli Apolitikia domenicali degli otto toni, si musicarono i testi della Grande e Santa Settimana, di alcune domeniche particolari e di alcune feste. Si provò ad eseguire pure il canto della Paraklisis[…].
Con il parroco Archimandrita P. Paolo Lombardo sono stati insegnati altri canti da alunni del Collegio Greco ed anche da alcune suore Basiliane. Attualmente si celebra di nuovo in lingua greca. Celebrare in rito greco senza il canto è come andare ad una festa senza l’adeguato vestito è un mettersi fuori rispetto ad una esigenza dell’essere in armonia ed in comunità […]” [1] “Cristo è risorto”, il saluto pasquale tra cristiani ortodossi. La risposta è Alithos anesti (è veramente risorto).
Cliccando sulla foto qui di seguito si aprirà il collegamento con il sito web dell’Eparchia e da qui si potranno ascoltare le liturgie:
a Pasqua
Il “Christos anesti-Cristo e’ risorto” in musica bizantina……….
Durante la festività di S.Maria Odigitria (Colei che ci guida) con S.Liturgia greco-bizantino, S.E. Mons. Donato Oliverio, Vescovo di Lungro (CS) degli italo-albanesi dell’Italia Continentale, ha invitato i due seminaristi presenti di cantare “Ave Maria” in lingua greca…………Qui di seguito, cliccando sul link, potrete ascoltare la splendida esecuzione…
https://www.youtube.com/watch?v=enCOS3peq1s&feature=youtu.be
PROMO Viaggio nelle Diocesi – 1° Centenario dell’Eparchia di Lungro (febbraio 2020)
https://www.youtube.com/watch?v=FYZol41fprE
https://www.youtube.com/watch?v=-sLu0sXs3zg
https://www.youtube.com/watch?v=GUkfKbGt9xU
Coro polifonico bizantino “San Nicola di Mira” diretto da P.Gabriel S.Otvos
https://www.youtube.com/watch?v=CBfOz9IErak
Coro Polifonico di Lungro (CS), in esibizione presso la Cattedrale di Rossano Calabro (22 settembre 2013) III^ RASSEGNA CORI POLIFONICI INTERPROVINCIALE “CANTEMUS DOMINO”
Questa canzone arbёresh che in italiano vuole dire “O Bellissima Morea“ è una canzone che risale a 600 anni fa e parla di una storia triste , storia di un esilio di rifugiati di Arbёria (Albania di oggi) verso le terre italiane. Questa è una canzone molto popolare che viene cantata da tutti, sia nel Sud Italia ( zone popolate dagli arbёresh), sia dagli albanesi che vivono in Grecia che li chiamano Arvanit e da tutti gli albanesi ovunque siano…..
Qui di seguito il link per altre notizie a canti..
https://antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=58191&fbclid=IwAR20_PfLtkFPZDMys9nQoiREvGSe-IPp405oF4vhneCv8WhBelcOlkfyBc0
An essential part of the liturgy is the aesthetic aspect and the importance of beauty. In the East it is one of the most beloved words to express divine harmony and the example of human transfiguration. It includes iconography, both painted and melodic (chants and liturgical chorus). Liturgy as a spiritual example of the tight bond between theology-liturgy-iconography. Liturgy as the source of life in the Spirit. Liturgy enriched by chants sung in original Greek by both men and women. The main differences between Roman and Byzantine rites are:
In general there is a strong feeling of the sacred at a Byzantine ritual.
Presso la cattedrale di San Tomaso Apostolo, ad Ortona, sabato 16 marzo 2013, alle ore 19,00 si è tenuto un Concerto del Coro della Chiesa di Santa Maria Assunta Odigitria di Villa Badessa (Pe), dell’Eparchia di Lungro.
Sono stati eseguiti brani della liturgia domenicale e della Settimana Santa del rito greco-bizantino della comunità arbereshe.
Il 2012 è stato un anno importante per Villa Badessa, in particolare per gli aspetti relativi al coro, ai canti liturgici in lingua greca. Infatti, l’assiduo ed esperto etno-musicologo Domenico Di Virgilio, (AELMA – Chieti ), dopo anni di studio e di acquisizione di un elevato numero di canti liturgici a Villa Badessa, soprattutto in occasioni importanti dell’anno, ha dato alla luce un “cofanetto” dal titolo “BADESHA: canti liturgici dall’oriente cristiano”, D’Abruzzo Libri, Ed. Menabò (2012) contenente un DVD, un CD e un testo a corredo.
Qui di seguito (clicca sul link) è riportata la copertina con immagini e indice dei contenuti del cofanetto; a seguire, puoi ammirare le foto da parte del prof. Domenico Di Virgilio relative alla consegna del cofanetto in piazza a Villa Badessa, al Sindaco di Rosciano e all’allora Archimandrita Mons. Donato Oliverio.