Segnali importanti di innovati interessi per un recupero e valorizzazione delle tradizioni sono tangibili nell’accostarsi ai rari ed autentici abiti tradizionali arbereshe femminili (lunga tunica bianca bordata con ornamenti rossi-gialli che si ripetono, grembiule colorato, giubbetto di lana con bottoni di argento, ampio fazzoletto di seta rosso) impreziositi da peculiari orecchini in corallo e corniola e pietre preziose, ciondoli a forma di crocefisso a ti greca.
In alcune famiglie badessane “benestanti” sono ancora presenti alcune BAMBOLE vestite con gli abiti tradizionali arberesh badessani.
L’esemplare qui a sinistra è completo (altezza 50 cm), ben conservato e fedele all’abito originario indossato dalle donne in passato. Nella foto a destra una antica bambola vestita con abiti tradizionali arberesh di Santa Sofia d’Epiro donata probabilmente in occasione del matrimonio a fine 180 tra Costantino Mili e Teresa Becci, originaria di S.Sofia.
Italia Abruzzo Chieti Teramo L’Aquila Pescara – Costumi Abruzzo Citra – Scuola francese 1840-1850, raccolta di 21 costumi dell’Abruzzo, rilegati in pelle, cm.11,5 x 18. Prezzo indicativo (ebay): 1.500 euro.
Sulla rivista ANTIQUARIATO, n 440 di dicembre 2017, a pagina 67 è pubblicata la foto qui sotto riportata di una caffettiera della Real Fabbrica ferdinandea del 1795, facente parte della collezione Fiordaliso (Lotto 63) andata all’asta a Londra in ottobre, con un valore di base tra i 6.800 – 9.000 euro. Ad una attenta osservazione, si nota come l’immagine centrale ritrae una coppia in abiti tradizionali arberesh di Villa Badessa.
Sempre dalla collezione Fiordaliso andata all’asta a Londra il 7 dicembre dalla casa d’aste Bonhams (www.bonhams.com), oltre al Lotto 63 già descritto sopra, sono andati all’asta anche altri 2 lotti, il Lotto 55 ed il Lotto 60, qui di seguito riportati:
Il Lotto 60 è stato aggiudicato per l’importo di 4.500 euro un set di 6 tazzine e piattini da caffè dorate (Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea, datate 1800-1805) tra le quali è presente in un piattino (al centro) una immagine dipinta con una coppia uomo-donna in abiti arbereshe tipici di Villa Badessa.
Infine, il Lotto 55, è stato aggiudicato per l’importo di 7.750 euro composto da un vassoio, un piattino e tazza, brocca da latte e zuccheriera con coperchio (Napoli, Real Fabbrica ferdinandea, datate 1790-1800); nel piattino (a sinistra nella foto) è presente l’immagine dipinta di una coppia uomo-donna in abiti arbereshe tipici di Villa Badessa.
Il bel catalogo illustrato completo della Collezione FIORDALISI è consultabile al seguente pdf e video di presentazione:
https://www.bonhams.com/video/24998/
Codice: AVQ-A-001825-0029
Titolo: Album “Concorso di costumi 1900”: ritratto di tre figure femminili in costume tradizionale albanese, Villa Badessa. Credito fotografico obbligatorio: Archivi Alinari, Firenze. Autorizzazione obbligatoria per utilizzi non editoriali: rivolgersi ad Archivi Alinari. Fotografo: Autore non identificato
Data dello scatto: 1900. Luogo dello scatto: Rosciano, Villa Badessa
Collezione: Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA), Firenze.
Dimensione (pixel) 4408 X 6043 Dimensione (cm a 300 dpi) 37 X 51. Dimensione (MB) 19.20 Color space RGB
L’Associazione culturale Villa Badessa insieme agli amici del CATA e LEM-Italia hano realizzato 4 proposte culturali importanti e significative sulla nostra comunità badessana: infatti, il 9 settembre, in occasione delle tradizionali festività religiose del paese in onore di S.M. Assunta, vi sono svolti 4 eventi qui di seguito riportati nelle locandine:
A. Il Centro di Antropologia Territoriale degli Abruzzi per il Turismo (CATA), l ’Associazione culturale Villa Badessa ed il Comune di Rosciano hanno organizzato presso lo spazio attiguo alla Mostra permanente storico-antropologica di Villa Badessa, fraz. di Rosciano (PE), la presentazione dell’Abito tradizionale arberesh di Villa Badessa, a cura del prof. Francesco Stoppa (CATA). Riprese audio/video a cura di Imago Project, per la realizzazione di un DVD che testimonierà l’intero percorso di ricerca e di lavoro qualificato dell’abito. Una mirabile presentazione dell’Autore ha incantato i presenti affascinati anche da personali interpretazioni sull’uso funzionale dell’abito, di oggetti dello stesso (croce, porta-oggetti, scarpe, altri) con riscostruzioni storiche e sociali …
Qui di seguito alcuni momenti della relazione…..
Domenica 25 giugno 2017 si è tenuta la sfilata di abiti tradizionali arbereshe nel centro storico di Villa Badessa: dalle 19.00 infatti una coppia in abiti da donna e da uomo, indossati da Assunta Mili ed Ezio Mili, sorella e fratello di una delle famiglie MILI originarie provenienti dall’Epiro nel 1743, hanno fatto bella mostra accompagnati da altri abiti tradizionali di paesi vicini….Qui di seguito una carrelata di foto dell’evento arricchito dalla promessa mantenuta della presenza del Governatore della Regione Abruzzo, il dott. Luciano D’Alfonso.
Orecchini e croci tradizionali di Villa Badessa. Riproduzione dagli originali eseguiti da Diogenes Silvestri, Orafo in Cepagatti. con accuratezza e fedele attenzione ai dettagli. Abito tradizionale di Antonietta De Blasi, indossa Annamaria De Blasi.
ARTI UMANE Festival VB. 2016
Cari Amici, vi presentiamo in via esclusiva alcune fasi del nuovo lavoro di ceramiche dipinte a mano ad opera della esperta artigiana “Marianna” di Villa B.
Carissimi, sabato 11 marzo, nel programma in onda su RAI2, Mezzogiorno in Famiglia, tra le ore 11.00 e le 13.00, vi è stata una breve intervista (3 minuti) al prof. Fancesco Stoppa che ha presentato fra l’altro l’abito tradizionale di Villa Badessa, della sua collezione privata ma visitabile a Palazzo Ducale di Torrevecchia Teatina.
Qui di seguito alcune sequenze fotografiche che ritraggono una coppia di giovani in abiti tradizionali arberesh di Villa Badessa nell’incontro pastorale con S.E. Mons. Donato Oliverio, Vescovo dell’Eparchia di Lungro (CS).
Costumi tradizionali di Villa Badessa indossati in occasione della realizzazione del Libro-Catalogo delle mostre di icone sacre, incisioni e costumi presso il Museo Nazionale Villa Frigerj di Chieti e presso il Museo Casa Natale di Gabriele d’Annunzio a Pescara, nel 2013.
The identity and distinctive character of the community is to be found, as is the dialect “arbereshe”, only in the older senior citizens and documents. This is due to isolation from other towns and the changing social and economic conditions which began in the ‘50s.
An important sign of a reborn interest in tradition is the interest in authentic traditional dress, the “arbereshe” (a long tunic edged with a red and yellow decoration, a coloured apron, a woolen jacket with silver buttons and a large red silk headscarf), pendant ear-rings of coral and cornelian and precious stones, shaped as a cross or Greek T.
(above: Traditional arbereshe costume, Ear-ring in silver, coral and cornelian – XVII century. Costumes used during festivities in Villa Badessa.
Circa 600 le Natività esposte nella sede di Musiké. Tra manufatti creati in un guscio di pistacchio e pezzi arrivati dal Perù e dall’Africa spicca l’Abruzzo del ’700, di Rosa Anna Buonomo
PESCARA. Ci sono quelli realizzati in un minuscolo guscio di pistacchio o in un ditale. Quelli costruiti con materiali come il legno e l’acciaio o impiegando i bossoli di una mitragliatrice. O, ancora, utilizzando minerali o la buccia di una pannocchia. Sono soltanto alcuni degli oltre 600 presepi custoditi nella sede dell’associazione “Mousikè – Arte delle Muse”, in via Piomba 23, una traversa di via Tiburtina, a Pescara, provenienti da ben 88 Paesi di tutto il mondo.
Non a caso, il titolo della mostra dedicata alla rappresentazione della Natività, che quest’anno taglia il traguardo delle 14 edizioni, è, appunto “Un mondo di presepi”. L’esposizione è stata inaugurata lo scorso 8 dicembre e sarà visitabile gratuitamente per tutto il periodo natalizio, fino al 6 gennaio. E’ aperta tutti i giorni, la mattina dalle 10 alle 12 e il pomeriggio dalle 16 alle 20. «Ogni presepe esposto ha una caratteristica diversa», spiega Luciano Cupido, presidente dell’associazione Mousikè e curatore della mostra. «Ci sono delle piccole novità, come i piccolissimi presepi realizzati in un ditale, in un guscio di pistacchio o in un quello di una lumaca. Ce n’è uno molto particolare, realizzato con i bossoli di mitragliatrice, proveniente dalla Liberia. Ma ci sono anche presepi fatti con aghi di pino, con minerali e con la buccia di una pannocchia». Tra i pezzi in esposizione che riscuotono un particolare interesse ogni anno, racconta Cupido, ci sono «i presepi peruviani e quelli di provenienza africana». Molto ricca la sezione dedicata ai presepi etnici. I visitatori, precisa, «restano molto colpiti dalle novità e sono attratti dai colori». Punto di forza dell’esposizione, sottolinea il curatore, è però «il grande presepe abruzzese realizzato con statuine alte trenta centimetri, vestite con i costumi tipici della regione».
Costumi settecenteschi riprodotti fedelmente a mano, ripresi «dagli acquerelli che Ferdinando IV di Borbone fece realizzare per le ceramiche della Real Casa di Capodimonte». Non poteva mancare una rappresentazione di personaggi in abiti tradizionali di Villa Badessa (Foto di Federico Deidda).
Al grande presepe abruzzese è dedicata un’intera sezione della mostra. «E’ unico nel suo genere», precisa Cupido. «E’ lungo otto metri. Ed anche le case che lo addobbano rispettano lo stile settecentesco. In Abruzzo non ne esiste uno simile». Quella per il presepe, dice Luciano Cupido, è una passione che lo contagia fin da quando era bambino e che è cresciuta sempre di più con il trascorrere degli anni: «I miei genitori hanno sempre fatto il presepe e per me è rimasto un culto, una grande passione. In mostra c’è anche qualche presepe antico che custodisco da quando ero ragazzino».
Il viaggio nella storia e nelle tradizioni di 88 Paesi del mondo, attraverso gli oltre 600 presepi, si snoda in uno spazio di 326 metri quadrati. «I pezzi in mostra aumentano anno dopo anno. Siamo sempre in cerca di presepi provenienti da Paesi che non abbiamo ancora esposto. Non è semplice perché la cerchia si restringe e ci sono Paesi che non hanno questa tradizione».
Nel 2014 nell’ambito dell’evento estivo “Donne di Terre d’Abruzzi” , il 2 e 3 agosto a Scanno, si è svolta la manifestazione “Appuntamento con la tradizione” che ha inteso cogliere l’interesse di fotografi professionisti e amatoriali che da anni frequentano Scanno, seguendo la suggestione lasciata in eredità da fotografi e illustratori, e ovviamente dei numerosi turisti che soggiornano o arrivano sulla montagna abruzzese in agosto. Quale miglior occasione per conoscere anche i costumi di Villa Badessa, le cui origini balcaniche e orientali suscitano interesse, anche a Scanno – il cui costume femminile avrebbe parimenti misteriose origini orientali ?
Qui di seguito un vasto repertorio di splendidi costumi originali e tradizionali sfilati a Scanno e provenienti oltre che dall’Abruzzo, anche dal Molise appartenenti alla prestigiosa collezione di costumi della collezione di Antonio Scasserra, dal 2017 esposti al MUSEC (Museo dei costumi del Molise) nella sede del Palazzo della Provincia, in via Berta ad Isernia. Buona visione a tutti !!
Abiti tradizionali di Villa Badessa, riproduzioni fedeli dagli originali con tanta cura e amore dalle signore badessane Assunta e Irene Izzicupo, Assunta Mili e Antonietta De Blasi. Un’altra esperienza unica e conservativa di parte della storia e delle tradizioni di Villa Badessa.
L’Associazione culturale Villa Badessa ha partecipato al concorso Miss Arberesh 2010 con 2 costumi tradizionali indossati da Marina Ranalli e Claudia Serafide (foto di Angelo Allegrini).
L’Associazione culturale Villa Badessa ha partecipato al concorso Miss Arberesh 2007 con 2 costumi tradizionali indossati da Lisa Iezzi e Mariangela Luciani.
Qui di seguito sono visibili sia le fasi preliminari di allestimento del palco, delle prove delle indossatrici, sia quelle delle sfilate e della premiazione finale.
Grande riconoscimenti e premi dalle nostre donne !!
Descrizione del villaggio Badessa e delle donne in costume tradizionale arberesh, attraverso gli occhi del viaggiatore inglese Edward Lear, nel libro (a pagina 105) dal titolo Escursioni illustrate negli Abruzzi nel 1843.
Lear, Escursioni illustrate negli Abruzzi
Max Lambertz in Italy, 1913
On the eve of the First World War, Max Lambertz travelled to southern Italy to study the dialects of Albanian spoken there. This form of the Albanian language, known as Arberesh or Italo-Albanian, is spoken by some 20,000 individuals, mostly in small mountain villages in Calabria and Sicily. It is an archaic form of Albanian that differs substantially from the standard Albanian language spoken in the Balkans. During his trip to southern Italy, Lambertz took a number of pictures which are presented here. We have little information about them. We do know that Lambertz carried out his linguistic research in southern Italy in 1913, and primarily among the most northerly Arberesh communities in Italy, those in Abruzzi and Molise, a mountainous region along the Adriatic, south of Pescara. Among the major Arberesh villages of this region are: Badhesa (Italian: Villa Badessa) in the province of Pescara in Abruzzi, Këmarini (Italian: Campomarino), Munxhifuni (Italian: Montecilfone), Porkanuni (Italian: Portocannone) and Ruri (Italian: Ururi), all in the province of Campobasso in Molise. The original glass slides of these photographs are preserved under the number Pk 4949 in the Photo Archives of the Austrian National Library in Vienna (Bildarchiv der Österreichischen Nationalbibliothek, Wien), to whom we are grateful for permission to reproduce them here.
Koleksioni i Fotografive të Maks Lambercit Italia e Jugut 1913-14
Maks Lamberc në Itali, 1913
Pak kohë para Luftës së Parë Botërore udhëtoi Maks Lamberc në Italinë e Jugut për të studiuar të folmet e shqipes të përdorur aty. Ky variant i gjuhë shqipes flitet prej rreth 20 000 personash, kryesisht në fshatrat malore të Kalabrisë dhe të Siqilisë. Gjuha arbëreshe është një variant mjaft i vjetër i gjuhës shqipe dhe ndryshon shumë nga gjuha standarde që flitet në Ballkan. Në udhëtimin e tij, Lamberci bëri disa fotografi të cilat prezantohen këtu. Për ato dihet shumë pak. Ne dimë se Lamberci kreu udhëtimin e tij në Italinë e Jugut në vitin 1913 dhe kryesisht në bashkësitë më veriore të shqiptarëve të Italisë, në Abruci dhe Molize, një rajon malor në jug të Peskarës. Ndër fshatrat kryesore arbëreshe të këtij rajoni janë: Badhesa (italisht: Villa Badessa) në provincën e Peskarës të Abrucëve, Këmarini (italisht: Campomarino), Munxhifuni (italisht: Montecilfone), Porkanuni (italisht: Portocannone) dhe Ruri (italisht: Ururi), të gjithë në provincën e Kampobaso-së në Molize. Diapozitivat e mirëfilltë të fotografive ndodhen me numrin Pk 4949 në Arkivin Pamor të Bibliotekës Kombëtare të Austrisë në Vjenë (Bildarchiv der Österreichischen Nationalbibliothek, Wien), të cilit jemi mirënohës për lejen e riprodhimit këtu.
Autore dei testi sopra riportati in lingua inglese e albanese: Robert Elsie
http://www.albanianphotography.net/lambertz
Vi segnaliamo un testo tradotto in italiano e distribuito dalla casa editrice Synapsi di Sulmona, di una scrittrice Estella Canziani sul viaggio attraverso gli Appennini prima del 1930. Nel libro a pag. 188 e 189 vi sono descrizioni di vita (abtiti tradizionali, matrimonio, funerali, festività) su Villa Badessa e non solo. Molto interessante. (Ringraziamo Manuela Filomena Ottaviani per l’utile segnalazione, 10/10/2020).
Qui di seguto una foto storica del 1968 della manifestazione a Roma per l’Anniversario dei 500 anni della morte dell’eroe albanese Giorgio C. Skanderbeg; anche Villa Badessa era presente con Anna Gioni in costume tradizionale arberesh badessano (al centro) (Foto gentilmente inviata da Adelina Migliano di San Giorgio Albanese (27 gennaio 2019 da Pro Loco “Jul Varibobba”).
Donna in abito tradizionale arberesh di Villa Badessa: nella foto Anna Gioni(a destra) in visita a Grottaferrata nel 1968.
Antonella Pietrangeli, Villa Badessa (foto a dx).
A sinistra, pubblicazione a cura di Italo Elmo “Ori e Costumi” con foto di Bianca D’Andrea (Villa Badessa, 1972 di Vito Moretti); a destra, dipinto tratto dalla stessa fotografia presente al Museo del Costume Arbereshe a Frascineto (CS).
https://www.facebook.com/bijteeshqipes2017/?hc_ref=ARTy9S3yUN-iierGWA-ytLmhOFzR18SUYh7rRppWr3Hc-jA78QVwct2oHRu_Ny4okpI&fref=nf
Xhoi dhe grupi arberesh "Kycet e Zemres" me kengen "Kjani (qani) trima".Me ardhjen e osmaneve, Arbereshet e sotem u detyruan qe te shperngulen nga dheu meme. Megjithate ata ruajten trashegimine kulturore dhe gjuhesore pergjate shekujve. Kur Ballkani dhe Arberoret me kalimin e kohes u orientalizuan ne mase te konsiderueshme, ishin pikerisht Arbereshet iniciatoret e Rilindjes Kombetare Shqiptare ne perpjekje per ringjalljen e fryhmes arberore, gjuhes se shkruar shqipe dhe vetedijes kombetare si popull europian. Formimi i kombit modern shqiptar nuk mund te shpjegohet pa kontributin esencial te Arberesheve.Ku vajten, Arbereshet rriten nderin vetit dhe mbare Arberise!Vajtim per vdekjen e Gjergj Kastriotit dhe shpernguljen ne Itali:"Kjani trima, kjani gjithë me lotë se iku dielli ç’hë na bënej dritë. Shkova ga dera jote s’kish njeri shkova ga udha e krojt e nuk të pash’. Kërkova gjitoní për gjitoní e mosnjeri më tha se ti ku je. Një mnjegul e zëzë më vu në sy më thajti gujntë e më ngrifti dejt. Një herëzë m’u ngrova në shtëpi si zog i varfër ç’hë jam pa folje. Kjani trima, kjani gjithë me lotë Se iku dielli, ç’hë na bënej dritë."
Publiée par Lëvizja e Shqiptarizmit sur Dimanche 1 octobre 2017